Manfredi di Svevia. Impero e Papato nella concezione di Dante
8,00 €
Nessuna tassa
Scheda dati
- Autore
- Orazio Antonio BOLOGNA
- ISBN
- 978-88-213-0992-2
- Tipologia
- PDF-LAS
- Collana
- Flumina ex Fontibus
- Numero collana
- 2
- Pagine
- 206
- Anno di pubblicazione
- 2013
Descrizione
Letteratura, storia, religione
Al centro di questa interessante monografia di Orazio Antonio Bologna campeggia la figura di Manfredi di Svevia, personaggio storico di indiscusso valore e spessore, malgrado sia vissuto solo trentaquattro anni.
Nella perspicace e sentita ricostruzione, a tratti commossa, condotta con intensa partecipazione emotiva, fondata su una ricca messe documentaria e, in primis, sul Poema dantesco, di cui l’autore si rivela attento conoscitore ed esegeta, il giovane re di Sicilia viene analizzato e additato, a buon diritto, come una vittima, tra le più illustri, della tanto discussa e ancora discutibile politica temporale del papato e della Chiesa, ma anche come figura cardine della storia medievale italiana, promotore, sulla scia del padre Federico II, del progetto politico, audacissimo per i tempi in cui visse, di unificare l’Italia in un solo Stato. La sconfitta di Manfredi – queste le conclusioni a cui perviene l’autore al termine di una serrata analisi storiografica – rappresentò la sconfitta non solo di un uomo ma di un nobilissimo ideale che solo secoli dopo si riuscirà faticosamente e coraggiosamente a ricomporre.
Manfredi di Svevia: l’uomo, autentico principe, promotore, nell’ambito della sua corte, di elevati valori, sintesi, egli stesso nella sua persona, dell’ideale cavalleresco con gli imprescindibili attributi di bellezza, nobiltà, giovinezza; il politico, colui che con lungimiranza e acume si adoperò per tessere le fila di un’unità nazionale ante litteram sceverando nettamente, secondo il pensiero di Dante – condiviso in toto dall’autore –, le finalità a cui tendevano le due massime istituzioni del tempo; il combattente, che muore eroicamente in battaglia pagando con il sangue il fallimento della missione in cui ha creduto fino all’ultimo istante.
Questo è il ritratto completo che il Bologna fa emergere da una ricerca svolta con esemplare rigore e coerenza, sullo sfondo, sempre ben delineato con accurata dovizia di particolari e di illuminanti citazioni, della secolare contesa tra Papato e Impero che tanta parte ha avuto nella storia del Medioevo e che tanto ha ritardato l’unificazione nazionale della nostra Penisola.
Nella perspicace e sentita ricostruzione, a tratti commossa, condotta con intensa partecipazione emotiva, fondata su una ricca messe documentaria e, in primis, sul Poema dantesco, di cui l’autore si rivela attento conoscitore ed esegeta, il giovane re di Sicilia viene analizzato e additato, a buon diritto, come una vittima, tra le più illustri, della tanto discussa e ancora discutibile politica temporale del papato e della Chiesa, ma anche come figura cardine della storia medievale italiana, promotore, sulla scia del padre Federico II, del progetto politico, audacissimo per i tempi in cui visse, di unificare l’Italia in un solo Stato. La sconfitta di Manfredi – queste le conclusioni a cui perviene l’autore al termine di una serrata analisi storiografica – rappresentò la sconfitta non solo di un uomo ma di un nobilissimo ideale che solo secoli dopo si riuscirà faticosamente e coraggiosamente a ricomporre.
Manfredi di Svevia: l’uomo, autentico principe, promotore, nell’ambito della sua corte, di elevati valori, sintesi, egli stesso nella sua persona, dell’ideale cavalleresco con gli imprescindibili attributi di bellezza, nobiltà, giovinezza; il politico, colui che con lungimiranza e acume si adoperò per tessere le fila di un’unità nazionale ante litteram sceverando nettamente, secondo il pensiero di Dante – condiviso in toto dall’autore –, le finalità a cui tendevano le due massime istituzioni del tempo; il combattente, che muore eroicamente in battaglia pagando con il sangue il fallimento della missione in cui ha creduto fino all’ultimo istante.
Questo è il ritratto completo che il Bologna fa emergere da una ricerca svolta con esemplare rigore e coerenza, sullo sfondo, sempre ben delineato con accurata dovizia di particolari e di illuminanti citazioni, della secolare contesa tra Papato e Impero che tanta parte ha avuto nella storia del Medioevo e che tanto ha ritardato l’unificazione nazionale della nostra Penisola.
Florindo Di Monaco