Petronio Arbitro e i Cristiani. Ipotesi per una lettura contestuale del Satyricon

Petronio Arbitro e i Cristiani. Ipotesi per una lettura contestuale del Satyricon

24,00 €
Nessuna tassa
Tipologia:

Scheda dati

Autore
Giuseppe Giovanni GAMBA
ISBN
978-88-213-0384-5
Tipologia
Cartaceo
Pagine
426
Anno di pubblicazione
1998

Descrizione

Teologia, cristianesimo
Quantità

Disponibile in LAS
Il Satyricon, oggi quasi unanimemente attribuito a Petronio Arbitro e datato degli anni 65-66 d.Cr., nel periodo cioè più tragico dell’impero di Nerone, ha richiamato ultimamente l’attenzione anche degli Studiosi di N.T. Effettivamente questa originale composizione sembra presentare non pochi contatti di terminologia e di racconto sia con il fatto cristiano in generale e sia, in particolare, con gli scritti biblici, soprattutto neotestamentari, ma non solo.
L’ipotesi interpretativa formulata con il presente volume prende le mosse dalla riconosciuta indole crittografica dell’opera, concepita come autobiografia ad un tempo storica e fantastica, e cerca di "disvelarla" mettendo a profitto i dati offerti dalle fonti sia profane che bibliche dell’epoca. Petronio l’avrebbe concepita, quasi "Apologia pro vita sua", quale orgogliosa sfida-denuncia-rivincita nei confronti del già amico, ma a quel tempo acerrimo nemico, Nerone.
Già discepolo prediletto, unitamente al giovane Imperatore, dello "stoico" Seneca, al suo seguito e dietro il suo influsso avrebbe, al pari di loro, aderito negli anni 57-58 alla fede cristiana, venendo così a contatto, nel contesto di vita della comunità cristiana di Roma, con le prestigiose figure degli Apostoli Pietro e Paolo. Proconsole in Bitinia nell’anno 60 e console suffetto a Roma nel 62, nonostante una prima adesione convinta, finì per avvertire l’etica cristiana come troppo esigente e impegnativa, vera e propria camicia di Nesso; pertanto, con non piccolo sconcerto dei credenti, defezionò dalla fede, mettendosi definitivamente al seguito del «padre del vero, il saggio Epicuro» (Sat. 132,15).
Il suo scritto consente così di mettere a fuoco, sia pure attraverso la lente deformante della caricatura fantastica e della parodia dissacrante, momenti di storia e di vita fondamentali per una migliore conoscenza del primo cristianesimo a Roma.