Don Bosco è una figura troppo nota per doverla presentare, ma il poter disporre di oltre 700 sue lettere inedite – quante ne contiene l’edizione critica del suo Epistolario, giunta ora al terzo volume – permette di ricostruirne un’immagine più completa e più precisa. Il quadriennio 1869-1872, cui si riferiscono le 451 lettere qui presentate, è un periodo fondamentale della sua vita. A Firenze e Roma il suo coinvolgimento nelle pratiche relative alle nomine vescovili nelle sedi italiane vacanti ne fa salire alla ribalta il nome non solo come di un sacerdote zelante, ma anche di un personaggio con notevoli entrature negli ambienti governativi tanto che molti Comuni, non potendo sostenere le scuole che la legge impone loro, si rivolgono a lui. Allarga così il suo raggio di azione non solo in Piemonte ma anche in Liguria, grazie alla beneficenza pubblica e privata che non gli viene mai meno, all’immagine positiva che la società salesiana gode in molti ambienti, ecclesiastici e laici, al santuario di Maria Ausiliatrice che si avvia ad essere un centro di culto di notevole risonanza.
Il futuro sembra roseo per la nuova congregazione religiosa, anche se le costituzioni devono essere ancor approvate, le prime divergenze con l’arcivescovo di Torino si affacciano all’orizzonte, i conti economici continuamente in passivo, il clima politico in Italia non è certamente favorevole a chi in tempi di Porta Pia si schiera dalla parte del papa.
Un volume, dunque, ricco di novità, ampio nei suoi risvolti, interessante per i suoi contenuti; un volume imprescindibile per chi vuole seriamente conoscere la figura del padre e maestro della gioventù.